Con quattro vittorie e una patta in cinque scontri, l’Australia ha vinto in casa l’edizione 2021-22 di The Ashes, la storica competizione biennale di test cricket che vede la selezione australiana contrapposta all’Inghilterra. Era la 72esima edizione di una delle manifestazioni sportive più antiche ancora in corso, iniziata nel 1882 e interrotta solo in occasione della seconda guerra mondiale. La precedente edizione, giocata nel 2019 in Inghilterra, era finita in parità con due vittorie per parte e una patta.
Con questi risultati, si conferma il trend negativo della nazionale inglese nelle partite di Ashes giocate nell’emisfero australe: i britannici non vincono un test match in casa dell’Australia dalla serie del 2010-11. La serie è stata un dominio assoluto da parte del team ospitante, con quattro vittorie mai in discussione e l’unica patta strappata dagli inglesi con la complicità della pioggia: alla fine del quinto giorno mancava infatti solo un wicket alla vittoria australiana e, se le due squadre non avessero giocato 7 overs in meno a causa delle condizioni meteo, forse quell’ultima eliminazione sarebbe arrivata.
L’Australia è riuscita a ottenere questo risultato anche nonostante le difficoltà legate ai contagi da Covid, che hanno costretto il capitano Pat Cummins a non giocare il secondo test, ad Adelaide. In battuta si è fatto notare Travis Head, con più di 100 punti segnati sia nella prima che nell’ultima partita. Tra i bowler non si può non segnalare invece Scott Boland, il secondo aborigeno a giocare una partita di test cricket con la nazionale australiana: i suoi sei wickets in 4 overs con solo sette punti subiti gli sono valsi il premio di miglior giocatore nel terzo match, la tradizionale sfida del Boxing Day. Continuano invece le difficoltà in terra australe per il capitano inglese Joe Root, ancora alla ricerca del suo primo century in questi scontri.

Tutti i risultati:
A Brisbane (8-12 dicembre): Australia 425 (104.3) & 20/1 (5.1) batte Inghilterra 147 (50.1) & 297 (103) per 9 wickets
Ad Adelaide (16-20 dicembre): Australia 473d/9 (150.4) & 230d/9 (61) batte Inghilterra 236 (84.1) & 192 (113.1) per 275 runs
A Melbourne (26-30 dicembre): Australia 267 (87.5) batte Inghilterra 185 (65.1) & 68 (27.4) per 1 inning e 14 runs
A Sydney (5-9 gennaio): Australia 416d/8 (134) & 265d/6 (68.5) vs Inghilterra 294 (79.1) & 270/9 (102) – patta
A Hobart (14-18 gennaio): Australia 303 (75.4) & 155 (56.3) batte Inghilterra 188 (47.4) & 124 (38.5) per 146 runs
Perché The Ashes
La parola ashes significa ceneri, e il motivo per cui questo trofeo porta un nome così insolito è dovuto alle strane circostanze in cui nacque. Nel 1877 la selezione inglese si recò in tour in Australia per sfidare una selezione formata dai migliori giocatori locali in una serie di due partite. La prima sfida iniziò il 15 marzo al Melbourne Cricket Ground: oggi possiamo considerarla a tutti gli effetti il primo test match della storia.
La storia delle Ashes inizia però davvero solo cinque anni dopo, nel 1882, quando la selezione inglese fu sconfitta per la prima volta dall’Australia sul campo di casa. In quell’occasione la rivista The Sporting Times pubblicò un ironico necrologio per ricordare la “morte” del cricket inglese, dichiarando che le sue ceneri sarebbero state portate in Australia. Da allora il trofeo per la vittoria del torneo è costituito da una coppa a mo’ di urna, che resta in mano alla squadra vincente finché l’altra non vinca una serie portandoglielo via. L’Australia ha tenuto il trofeo per poco più di 82 anni complessivi, l’Inghilterra per 55: in questo momento l’urna si trova in Australia dal 2018.