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Nazionale femminile: intervista a Prabath Ekneligoda

Uno storico debutto e due vittorie che fanno ben sperare per il futuro. Dopo le prime partite ufficiali della nazionale italiana femminile di cricket, abbiamo parlato con Prabath Ekneligoda, coordinatore federale per l’attività femminile. Ci ha fatto il punto sui prossimi piani della Federazione per le azzurre e sull’organizzazione del prossimo campionato.

Non possiamo iniziare senza un bilancio di queste prime 5 partite della Nazionale: 2 vittorie e 3 sconfitte contro l’Austria. È andata secondo le tue aspettative?

Secondo me è andata molto bene. Noi abbiamo iniziato da poco, invece l’Austria si allena come squadra da più di un anno e giocano insieme due giorni alla settimana. La nostra squadra ha fatto il primo raduno di due giorni poco più di una settimana prima delle gare. Sul campo abbiamo perso 3 partite su 5, ma personalmente, per me è stata come una vittoria. 

Cosa ti ha sorpreso di più delle prestazioni delle azzurre?

Prabath Ekneligoda insieme all’allenatore dell’Austria

In realtà, conoscendole, sapevo che potevano fare molto bene anche al debutto e senza troppi allenamenti alle spalle. Anzi, probabilmente hanno giocato perfino al di sotto delle loro possibilità: sa, la tensione del debutto…

Il debutto ufficiale appunto, un risultato importante per arrivare al quale è stato necessario tanto lavoro. Come siamo riusciti ad arrivare a questo punto?

È stato difficile ma molto soddisfacente. Il cricket femminile si era fermato nel 2016, non si era più giocato. La mia squadra, il Roma Cricket Club, ha continuato comunque a fare allenare le sue giocatrici, le ha mandate a giocare all’estero: insomma queste ragazze non hanno mai smesso. Questo ha permesso di fare amicizia con altre squadre, altre federazioni. E così, a un certo punto, Fabio (Marabini, presidente federale, ndr) mi ha chiesto: “Prabath, ti va di rimettere in piedi il cricket femminile?”. Era l’agosto 2019, prima dell’emergenza Covid. Già a ottobre avevamo tesserato le prime sessanta giocatrici. 

Ovviamente, il primo step non poteva non partire da chi già conosce il cricket e sa giocare a cricket. Con loro, abbiamo ricreato il campionato e rimesso in piedi la Nazionale. Era un passaggio necessario anche per il futuro: senza un campionato a cui aspirare, lo sport non sarebbe attraente per le ragazze che vogliano iniziare adesso a praticarlo. E questa prima fase è andata benissimo, nonostante le tantissime difficoltà organizzative e pratiche che poi sono arrivate per colpa della pandemia. Siamo riusciti a giocare un campionato a sei squadre nel 2020 e a porlo a termine, anche se abbiamo dovuto posticipare la finale a marzo. Abbiamo anche trasmesso la partita decisiva in streaming, aumentando ancora di più l’interesse verso il movimento femminile.

Il ritorno della nazionale è stato un altro passo avanti: le partite contro l’Austria, per la prima volta riconosciute dall’ICC, sono state il giusto coronamento di questo anno e mezzo di lavoro. 

Quali sono, adesso, i piani per il futuro?

Programmare il futuro è sempre difficile, vista l’incertezza legata alla situazione sanitaria. Lo scorso autunno volevamo far ricominciare il campionato femminile a marzo di quest’anno, ma non è stato possibile. L’obiettivo, a questo punto, è fare in modo che si giochi in autunno: un campionato che potrebbe avere anche un paio di squadre in più. Nei prossimi mesi, poi, cercheremo di organizzare un’altra sfida internazionale per le azzurre. Abbiamo fatto anche un po’ di scouting per l’Italia, trovato delle giocatrici giovani (15-16 anni), nate qui e di talento: un gruppo di 20-22 ragazze da far crescere ulteriormente per aggiungerle alla Nazionale. Stiamo preparando un programma di allenamenti e preparazione, per fare in modo che tutte le possibili atlete dell’Italia si allenino insieme. 

Un’altra sfida importante sarà provare a far entrare il cricket nelle scuole: nei Paesi dove il cricket è più sviluppato è proprio lì che si inizia. Vogliamo insegnare ai ragazzi e alle ragazze una forma di cricket veloce, che li faccia divertire, in modo che poi abbiano voglia di saperne di più. E idealmente anche fare dei tornei tra classi o anche tra scuole, senza subito portarli nel circuito agonistico. L’obiettivo è divertire, allenare, far conoscere questo gioco: poi i tesseramenti arriveranno. 

Quando potrebbe iniziare il prossimo campionato femminile?

Stiamo ancora parlando con i club, l’obiettivo è farlo partire alla fine di settembre. 

E i prossimi impegni della Nazionale quali saranno?

Prima di tutto, con il settore tecnico, cercheremo di organizzare dei raduni per permettere alle ragazze di allenarsi più spesso insieme: parliamo di un paio di giorni ogni mese. Partiamo già da un livello abbastanza alto, ma puntiamo ad alzarlo ancora. A questo scopo, coinvolgeremo anche gli allenatori del maschile. Per quanto riguarda le partite, stiamo prendendo accordi con altre squadre per giocare ancora quest’anno, prima di novembre. 

Infine, due parole sulla capitana Kumudu Peddrick e Dishani Samarawickrama, due tra le principali protagoniste della serie contro l’Austria.

Ne basta una: leonesse. Dishani si è comportata da vera veterana e ha fatto delle prestazioni ottime: ha 46 anni ma non possiamo chiamarla senior! Kumudu invece, oltre che la capitana, è la mamma di questa squadra. Un punto di riferimento non solo per la nazionale ma anche per tutto il cricket femminile, anche quando non si giocavano partite ufficiali. E in campo, ha mostrato tutto quello che vale. 

Intervista a cura di Pierluigi Mandoi
Prabath Ekneligoda insieme all’azzurra Dilaisha Rishani

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