Si è spento ieri a 86 anni Ted Dexter, storico capitano dell’Inghilterra e recentemente introdotto nella hall of fame dell’ICC. Dexter era molto legato all’Italia e non solo perché era nato il 15 maggio 1935 a Milano. Ai famigliari e ai conoscenti le più sentite condoglianze da parte di tutta la Federazione Cricket Italiana.
Per onorarlo abbiamo chiesto al Presidente onorario della FCrI, Simone Gambino un ricordo:
“Che sia stato il più grande giocatore di cricket mai nato in Italia è scontato; che lo resti in eterno è probabile. Edward Ralph Dexter, nato a Milano il 15 maggio 1935 e scomparso oggi all’età di 86 anni a Wolverhampton, è stato il prototipo del giocatore inglese vecchio stile, di un’epoca in cui il professionismo nel cricket era ancora visto con sospetto. Alla metà degli anni cinquanta cominciò ad emergere, prima per l’università di Cambridge poi per il Sussex, un giovane battitore anglo-milanese che faceva del drive il suo marchio di fabbrica. Ted era uno dei non pochi albionici nati nel triangolo industriale a seguito della pacifica invasione finanziaria britannica che ebbe luogo in quell’area a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Suo padre Ralph, un eroe decorato della grande guerra, aveva aperto una società di brokeraggio a Milano dopo la fine del conflitto. All’ombra della madonnina erano nati prima John e poi Edward, che divenne presto per tutti Ted. Rientrato definitivamente in Inghilterra per completare gli studi dopo la fine della seconda guerra mondiale, Ted conquistò il proscenio della nazionale inglese a partire dal 1958 nell’ambito di un magico trio di battitori che comprendeva anche Peter May, capitano della squadra, e Colin Cowdrey. Dopo l’epica serie casalinga con l’Australia del 1961, rimasta memorabile per il duello tra Dexter ed il capitano australiano Richie Benaud ad Old Trafford. Sia May che Cowdrey, il suo vice capitano, decisero di non prendere parte alla tournée indo-pakistana. All’epoca era frequente che ciò avvenisse e che, conseguentemente, le tournée nel subcontinente vedessero una Inghilterra in versione sperimentale. Stando così le cose, non ci fu esitazione alcuna da parte dei selezionatori nel nominare il 26enne all rounder del Sussex nuovo capitano della nazionale. Si tende a dimenticarlo, infatti, ma Ted era anche un discreto lanciatore, un medium pace swing bowler che, a fine carriera, avrebbe potuto vantare 66 Test wickets. Con una squadra dalle risorse limitate, Dexter perse la serie in India, vincendo però quella in Pakistan. Contro lo stesso avversario conquistò anche i primi due Test casalinghi dell’estate 1962. Poi, a sorpresa, gli fu tolto il capitanato a favore di Colin Cowdrey. Il ritiro di Peter May aveva aperto una frattura tra i selezionatori del MCC su chi tra Cowdrey e Dexter dovesse guidare la squadra in Australia nel successivo autunno – inverno. Pertanto, la scelta fu fatta dopo una verifica sul campo che, grazie al suo stile di leadership decisamente più brillante favorì Lord Ted. Nei successivi due anni si vide sul campo una Inghilterra dallo stile inconsueto, decisamente più votata all’attacco che alla difesa. Alla serie pareggiata in Australia, e dopo la facile vittoria in Nuova Zelanda, seguì la appassionante sfida nell’estate 1963 contro la più forte squadra dell’epoca: le West Indies di Sir Frank Worrell, il primo capitano di colore a guidare la formazione caraibica. In quella squadra giocava il più forte giocatore della storia del cricket, Gary Sobers, capace di vincere una partita sia con la mazza che con la palla, lanciando veloce o a effetto, secondo le necessità dettate dalle circostanze. Stimolato dalla presenza del sommo rivale, Dexter raccolse la sfida, disputando la sua più grande serie come lanciatore. Dodici mesi dopo, però, fallì come capitano in casa contro l’Australia, commettendo un errore tattico decisivo. Nello stesso anno guidò il Sussex alla conquista della Gilette Cup, il primo trofeo ad over limitati della storia del cricket. Di fatto, a 29 anni, da buon dilettante, la sua carriera terminò. Si presentò alle elezioni politiche per il partito conservatore nell’ottobre 1964, perdendo il seggio di Bristol, sconfitto dal futuro primo ministro Ian Callaghan e, dopo aver partecipato last minute alla tournée sudafricana 1964-65, ovviamente non più da capitano, fu coinvolto in un incidente d’auto che gli menomò una gamba. Ci fu un breve rientro nel 1968 ma oramai il golf aveva preso nel suo cuore il sopravvento sul cricket. Nel 1984, tra il serio ed il faceto, gli proposi di capitanare la Nazionale italiana nella nostra prima tournée inglese. Non mi prese troppo sul serio ma, da quel giorno, nacque tra noi un legame che si sarebbe fortificato con il tempo. Fu uno splendido padrone di casa l’11 agosto 1999 quando il Marylebone ospitò l’Italia a Shenley Park. Alla fine di una bellissima partita, graziata da una sfida eccelsa in battuta tra Joe Scuderi ed il capitano dello Zimbabwe, Andy Flower, Dexter, in qualità di chairman del MCC Cricket Committee, pronunciò uno splendido discorso in italiano impeccabile. Da allora, estate dopo estate per 20 anni, ci siamo ritrovati a Lords al Test Match parlando sempre e solo la lingua della sua terra natia che, dopo mezzo secolo di letargo, aveva deciso di rispolverare, almeno con me. Un onore che non potrò mai dimenticare”.